domenica 11 gennaio 2015

Hardalpitour 2014


HARDALPITOUR 2014



Sono le due del mattino, il motore stanco della mia Africa gira sornione incurante del buio che ci circonda, la strada tortuosa si inerpica su per qualche antico passaggio della Via del Sale che collega Liguria e Delfinato al nostro Piemonte. La sagoma scura di mio fratello mi precede immersa in un alone fluorescente di polvere, il Doc e Denis chiudono il gruppo stoici, in lontananza, in punta ad un colle o in fondo ad una valle serpenti luminosi di moto si snodano per il percorso.Non ho la minima idea di dove siamo ma son stanco e mi girano anche un po' i coglioni...so' solo che è lunga, ancora molto lunga...e mi chiedo - " Chi cazzo me lo ha fatto fare!? " - La risposta la so' benissimo: Mio padre! 

Tutto incomincio' molti mesi prima, con un messaggio di Pa' all'apparenza innocuo ma che velava a noi ingenui il destino che ci avrebbe riservato: " Ragazzi (io e Simone), mi piacerebbe fare con voi L'Hardalpitour quest'anno, una cavalcata con bombardoni oltre i 150 kg, partenza da Garessio e arrivo a Sestriere, 550 Km da percorrere tutti d'un fiato e per buona parte di notte, offro io! Dev'essere una figata...! " 
Mio padre non è mai stato un taccagno, anzi con noi è con tanti altri e sempre stato molto generoso ma, l'associare l' "offro io!" al "deve essere una figata...!" doveva farmi capire che da qualche parte doveva esserci un tranello...
Mi consulto con mio fratello che sembra molto contento di far qualcosa del genere insieme, accettiamo senza prendere troppe informazioni sull'evento, anche perchè il Doc gestisce tutta la logistica lui e noi godiamo di questo privilegio come dei veri "ufficiali". La scelta delle moto ricade sulle veterane del nostro nutrito parco moto: il Doc cavalchera' la sua mitica Africa Twin 750, Simo in seguito alla dipartita della mia storica XT ripieghera' sull'XR super Kittata dell'Expert ed io dovro' risistemare la mia amata XRV 650 ferma ai box da 6 anni! 

I mesi passano veloci e quasi ci dimentichiamo dell'appuntamento, solo papa' , bava alla bocca e occhietto famelico ogni tanto lancia qualche imput giusto per vedere se non tiriamo pacco! Tre settimane prima dell'appuntamento tiro fuori dal garage la "mitica", impolverata e con tutto il posteriore da rifare e ricostruire dopo l'eliminazione del vecchio serbatoio posteriore danneggiato e relativa sella. Metto qualche litro di benzina e collego i morsetti ad una batteria d'auto, tiro su' l'interruttore generale e premo sull'avviamento...nessun segno! Strano, non ci credo...non con un africa Twin! Il motorino d'avviamento non da' segni di vita' ma l'impianto elettrico si accende e penso al rele'. L'africa twin di mio padre, casualmente posteggiata a casa mia mi guarda con sospetto...io ricambio con un sorriso di circostanza, mi avvicino brugola e cacciavite alla mano gli smonto fiancatina, batteria e rele' prima che quest'ultima si possa lamentare...eseguo il trapianto sulla mia e come per incanto, prima uno e poi entrambi i cilindri riprendono vita! Amo questa moto..lo so è stupido! Ma chi ha avuto la fortuna di possederne una sa' che a quasi trent'anni dalla sua prima realizzazione ancor oggi ha ben pochi rivali e inquanto ad affidabilita' credo nessuno! Bene la moto funziona, ma tutto il resto del restauro e' da ultimare da anni, ho pezzi sparsi per tutto il garage, fiancatine di recupero tutte rotte da modificare, resinare e riverniciare, manca targa,portatarga e la sella è senza fodera è in parte bruciata! Ho comprato i pezzi su internet negli ultimi anni ma poi per un motivo o per l'altro non sono mai riuscito a ricomporre il tutto, ma oggi grazie al progetto di mio padre ne ho l'occasione e pochissimo tempo per farlo. Mi regalo (anzi forse me lo regala Bru...) un week-end di quelli che non passavo dai tempi in cui preparavo la moto per il Faraoni: sveglia all'alba e poi tutto il giorno nel garage, senza pause salvo una cicca ogni tanto per osservare i progressi o trovare l'ispirazione per la successiva modifica. Resina, stucco, levigatrice e tanta polvere e poi... vernice, fascette, staffe, bulloni e puntatrice da farsi venire i calli. Poi, quindici ore dopo, stanco e sporco la mia creatura e di nuovo li': pronta per una nuova avventura insieme, che figata! Grazie pa'! Se non fosse stato per la tua proposta sarebbe stata a prendere polvere in attesa di qualche attenzione per diverso tempo ancora!
Manca poco e frattanto io e Simo incominciamo a capire che sta' Hardalpitour non deve essere proprio una passeggiata...cosi' organizziamo una giornata di Test (proprio come prima di un Rally) per saggiare le condizioni delle moto e del Doc, passiamo cosi' una splendida giornata insieme su per i monti dello Jafferau, Cesana, Sansicario e via dell'Asietta. Le moto e i posti sono fantastici e io riassaporo il piacere di guidare un bombardone da 250 Kg! Il Doc è in splendida forma e piu' si ingobbisce e prende cartelle piu' sembra ringiovanire! Bha...speriamo sia genetico perchè io alla soglia dei quaranta mi sento un po' un catrame! Simo dal canto suo nostante l'esilio forzato e la totale mancanza di allenamento va' in moto come un bastardo e mi fa' girare non poco i coglioni! L'Africa e sempre l'Africa...scoppietta, ratta un po' e si mangia un kg d'olio ma con 110.000 Km, tante gare e due deserti sembra ancora una bambina (con l'asma!).

6-7 Settembre 2014

Il grande giorno è arrivato: rendez-vous alle 6 a casa del capo, partiamo destinazione Garessio e dopo cinquecento metri l'Xr tarocco dell'Exerpert è gia' morto e non ne vuole sapere di partire..."Tacuma bin...!", sgattiamo tra rialzi manubrio con rondelle sequenziali da ferramenta, interruttori vari, fascette, nastro isolante a palate ed elastici vari ricavati da camere d'aria il tutto opera del genio e dell' estro del connubio Gianni-Pierin! Un interruttore proveniente da una vecchia abat-jour sembra aver definitivamente terminato la sua lunga vita interrompendo l'alimentazione della moto, la sostituiamo con uno piu' recente proveniente dal impianto elettrico di casa mia è ripartiamo senza ulteriori problemi. Il Denis, Transalp munito ci raggiungera' piu' tardi per unirsi a noi nell'avventura.
Parco Chiuso
Arrivati a Garessio (150 km di trasferimento da sommare ai seguenti 550) troviamo un' orda di moto provenienti da un po' tutto il mondo, un organizzazione da Rally con Briefing in tre lingue precede il nostro ingresso al parco chiuso dove troviamo un' accozzaglia molto variegata di "pomponi" anni 80/90 muniti di gadget e luci supplementari di ogni tipo, moto spartane ed improbabili tipo Transalp 125 4t, truzzate incredibili (vedi moto completamente moquettata), veri e propri bolidi come la Triumph guidata dall'amico Gian, moto elettriche ed infine gli immancabili sfigati che in barba al regolamento si sono presentati con moto leggere di ultima generazione. Si mangia tutti sotto un grande tendone, le ore passano, papa' fa la spola tra me e Simo intenti a fumarci qualche cicca e il centro Garmin per il caricamento della traccia GPS che da tre mesi cerca invano di scaricare sul suo strumento, quando finalmente riescono nell'impresa lui smanetta fino a quando cancella tutto e si rimette nuovamente in coda...un mito! La giornata si accorcia e l'attrezzatura da moto incomincia a essere scomoda e noiosa, in particolare il mio super tutore e legacci vari...ma di partire manco se ne parla...bha! Verso le 13.30 incominciano ad avviarsi le prime moto, noi come al solito non si capisce perche' (visto che nostro padre aveva fatto l'iscrizione praticamente a Gennaio) siamo gli ultimi e fin verso le 16.00 stiamo in estenuante attesa! Denis nel frattempo è arrivato ed essendo un infiltrato che partecipera' "desfros" ci aspetta con ansia dopo la partenza e rimugina sul fatto che poteva tranquillamente dormire qualche buona ora in piu'! Finalmente si parte ma dopo poche centinaia di metri si entra in paese e...sorpresa!!! Tutti di nuovo in coda!!! Ma che cazzo!! Si aspetta un'altri venti minuti per fare la partenza ufficiale con tanto di arco gonfiabile, ragazze ombrellino e speaker che dopo 4 ore non sa' piu' che dire e spara minchiate! A me che di natura, si sa', non sono dei piu' tolleranti incominciano a surriscaldarsi i coglioni e incomincio a studiare un sistema per collergavici il circuito di raffreddamento della moto! Come se non bastasse a rendere inverosimile la situazione un tipo si avvicina a Simo e dopo aver radiografato l'XR incomincia a fargli un elenco di domande sulla preparazione della moto tessendone le lodi e con gli occhi pieni di invidia e ammirazione per sto' cancello!! (scusa Gianni, ti voglio bene!) E del mio gioiello!? Un cazzo...non se la caca manco di striscio...ma dove cavolo son finito!! Vabbuo' mi becco l'ombrellina piu' sfigata, che da dietro prometteva bene ma da davanti lasciava alquanto desiderare e finalmente, dico, finalmente...si parte!
SILDOC
Due Km e incomincia la sfida familiare su chi è piu figo sulla navigazione cosi' il Doc va' da una parte io da un'altra per ritrovarci quasi per miracolo a ricongiurgerci poco dopo...capiamo subito che la traccia a punti molto distanti e la navigazione è un misto di interpretazione, istinto e una buona dose di culo...non possiamo nemmeno fare affidamento sugli altri perchè siamo praticamente ultimi! Lungo la strada incontriamo qualche sfigato che ha gia' bucato...ancor prima di poggiare le ruote sullo sterrato...che fortuna! Quando finalmente inizia lo sterro mi viene una gran voglia di smanettare e scaricare un po' di tensione ma si crea subito un effetto molla tra io e Simo che allunghiamo per superare tutto cio' che troviamo davanti e Denis nelle retrovie che ha il polso con un gioco di appena 10 gradi d'escursione sulla manetta dell'accelleratore per paura di rovinare la moto del padre...realizzo che sara' una lunga, lunghissima avventura. Va gia' bene che non son tanto competitivo, quindi il fatto di superare e farmi superare decine di volte dallo stesso gruppo di moto non crea in me nessun problema di ego...
SIMO
La notte si avvicina, incominciamo a salire su per un colle che ci portera' in quota e poi verso la francia, a meta' di un tornante un taglio "hard" conduce ad un tappo da girone dantesco dove decine e decine di motociclisti sono incasinati e ammuchiati per superare il tratto, tutti presi dall'esaltazione dell'avventura a sudare e inveire per superare gli ostacoli, con stupore di tutti ci facciamo strada con discreta facilita' superando gran parte dei dannati! Arrivati all'ennesimo tappo e ad un salita fangosa piuttosto ripida mi rendo conto che pero' qualcosa non va'... puzzo di frizione e slittamento della stessa...oh cazzo! E quando l'ho cambiata!?...10 anni fa'...mai? Bho...Non ricordo ma di sicuro se continuo a sforzarla non arrivo neppure in punta al colle, mi butto in discesa in direzione della strada sottostante superando tronchi e pietre smosse, l'Africa scalcia e si dimena con tutta l'intenzione di buttarmi a terra ma io resisto e raggiungo la strada subito seguito da Simo che prontamente salta giu' dalla moto e incomincia a far segno a nostro padre di aspettare, di fermarsi che gli diamo una mano! Ma quello figurati se ti ascolta...manco per il cazzo! Si butta giu' e si arrota intorno ad una pianta capitombolando senza portar conseguenze per fortuna! Denis dal canto suo deve aver capito che qualche danno sara' inevitabile e messa l'anima in pace fa' del suo meglio e segue alla grande. Raggiunta la cima incominciamo un lungo traverso in costa con la luce dell'imbrunire in un paesaggio magnifico, passiamo un chek point, traversiamo un vecchio tunnel militare e proseguiamo per panorami mozzafiato. Gran parte del gruppo e davanti noi, il resto è dietro a spingere e sudare, molti probabilmente questo tratto come del resto quasi tutta la tratta la percoreranno al buio senza realizzare in quale magnifico contesto si trovino. Io e mio fratello incominciamo a spingere e ingarellarci come da tempo non facevamo, i vecchi bombardoni ci riportano con il cuore e con lo spirito ai viaggi in Libia e Tunisia di tanti anni prima. Rispolveriamo uno stile di guida antico, fatto di controsterzi e sterpate, si spinge sulle pedane e si utilizza il peso della moto per impostare le traiettorie, le sospensioni sono morbide e ogni buco o dosso puo' scaraventarti via con tutta l'inerzia che la moto genera. Devi anticipare le frenate perchè la moto non frena...devi accellerare a fondo perchè la moto non ha motore...è un misto di tecnica,passione e follia che ti da' una gioia che solo un endurista d'altri tempi puo' provare! Ci divertiamo un sacco e sbaglio strada cosi' che quando me ne rendo conto ci tocca tornare indietro all'ultimo bivio dove il Doc ci aspetta tutto contento di aver azzeccato lui la strada giusta! Quando facciamo rifornimento in Francia (il secondo) e' gia notte e la stanchezza si è gia' fatta sentire da un bel po' ma noi siamo solo ad un terzo del percorso...
TIA
Proseguiamo verso Limone Piemonte, saltiamo il primo punto di ristoro e scesi verso Limonetto Denis propone una pizzeria di sua conoscenza, cosi' che con gioia di tutti ci concediamo una bella pausa. Tutti bardati da moto ci accomodiamo nel dehor sotto le stelle, ci sbaffiamo un ottima pizza un paio di birre e l'inmancabile sambuca giusto per tenersi leggeri per il proseguo...Ogni tanto qualche gruppetto di moto passa e supera il ristorante ma ormai siamo tutti sparpagliati e ognuno sceglie la sua strategia e adatta il suo passo...io propongo anche un hotel ma il testosterone è troppo alto e non vengo preso in considerazione...caffe' e siamo di nuovo in sella!
Simo fa' strada con l'ausilio del suo faro opzionale, io smanetto con abbaglianti e anabbaglianti ma il risultato è assai deludente in entrambi i casi: con gli uni illumino il firmamento con gli altri la ruota anteriore, il risultato e che non vedo un "belin" e proseguo al "Tuc"! La velocita' è pressochè nulla e ogni velleita' di smanettare e assopita da "lunghi" clamorosi e buche improvvise, tutto quello che avevo provato qualche ora prima è ora ricompensato dal piu' totale sconforto: piacere della guida pari a zero, panorama inesistente e sensazione di nausea per lo sforzo nel tentativo di interpretare la strada...una merda insomma! 
Proseguiamo cosi' per qualche ora e giungiamo cosi' all'inizio di questo racconto, dove ormai il mio personale disagio ha gia' raggiunto livelli critici...da qualche tempo escogito, immerso nei miei pensieri ,la soluzione per porre fine al suplizio senza fare proprio la figura della mammola isterica. Giunti verso l'ameno e isolato paesino di Elva, mi fermo al cospetto della picola chiesetta illuminata da una fioca luce rossastra che rende surreale la gia' assurda situazione e propongo (o forse impongo) la mia personale teoria sulla gestione della cavalcata, facendo peso sulle mie esperienze di Rallysta: - "Ragazzi...io mi fermo qui! Mi riposo qualche ora e poi ripartiamo (dando per scontato che faranno lo stesso pure loro). Inutile proseguire verso il prossimo punto di ristoro per poi addormentarci proprio quando incominciera' ad albeggiare e la guida sara' piu' scorrevole." I miei soci non oppongono resistenza e tiro un sospiro di solievo...ci sdraiamo per terra, stanchi e un po' infreddoliti, fianco a fianco, un padre due fratelli e un amico...tutti uniti da una grande passione. Non chiudo occhio ma recupero le forze, mio fratello dopo due secondi russa, Denis fuma perso nei suoi pensieri...mio padre non so'! 
Dopo circa tre ore decidiamo di ripartire, il letto d'asfalto e il freddo hanno preso il soppravvento sulla stanchezza e il "gioco non vale la candela". Il tutore al ginocchio è ormai un tuttuno con le mie carni è il prurito una costante. Procediamo piu' spediti di prima su e giu' per valichi montani che sembrano magnifici ma dei quali non scorgiamo che qualche tenue profilo regalato dal chiaro di luna. Arrivati, credo, al Passo del Mulo un'inconfondile "clak!" mi lascia senza frizione, si è rotto il cavo...che bello,pioviggina pure! Sgatto nello zaino e tra una cicca e un porco D... tiro fuori il frontalino e il mio set di calze marce porta utensili. Faccio un po' fatica a far passare il cavo nuovo ma dopo un po' ci riesco e siamo nuovamente in marcia.
Verso le sei raggiungiamo il posto tappa e qui (buon per me e il mio orgoglio) è pieno zeppo di moto e gente che dorme accampata a destra e sinistra, Denis si mangia la colazione di tutti e tre, io mi sfilo la ginocchiera e mi faccio una grattata che sembra piu' la sega di un quattordicenne con tanto di faccia goduta e butto tutore e guaine varie nello zaino...al diavolo non le sopporto piu! Papa' e Simo sorseggiano un caffe' e chiacchierano tranquilli e rilassati.
Incomincia ad albeggiare e la strada si fa' piu' nitida, la velocita' aumenta ed in breve siamo al colle Gilba. Fantastico! Ora che finalmente si vede qualcosa siamo a casa nostra su strade e sentieri che conosciamo a memoria...incominciamo un interminabile sequenza di sorpassi e risorparssi con il Ciaccia (giornalista di motociclimo) che ci accompagneranno fino all'arrivo a Sestriere con un interminabile sequenza di ciao...ciao...ciao...e vai in culo! Non è possibile che devo farmi superare 50 volte da sti' qui con i loro cancelli asessuati, borse laterali e trippe al seguito!!! Ma che diavolo è una prova alla mia sopportazione questa non una cavalcata!!! Una lezione di vita sull'autocontrollo e sull'auto lesionismo!
Arriviamo a Paesana e mi ricordo di controllare l'olio motore, la vecchietta è stanca è se le mangiato tutto! Verso il mezzo kg che mi son portato ma anche cosi' il livello non raggiunge che il minimo. Proseguiamo per la strada delle cave e qui mi ingarello nuovamente con Simo, quando lo sento che sta' per passarmi acellero tutto e mi butto in un guado stretto pieno di pietre smosse, l'africa si imbizzarrisce e mi scalcia impazzita e fuori controllo, riesco a rimanere in sella per miracolo ma la direzione non è quella voluta e sto' puntando diretto una parete di roccia. Spingo sul pedale del freno e inchiodo evitando il peggio, poi, cercando di non far trapelare che mi son cagato sotto pianto la prima e non contento del jolly che mi sono appena giocato riparto a razzo verso la direzione giusta con gran stupore di mio fratello che stava gia' chiamando il 118! Ci fermiamo al bivo per la Pala' e aspettiamo gli altri, poi procediamo per Rora', Pian Pra' e casa mia per un rifornimento extra di lubrificante. Qui tralascerei i dettagli di un leggero diverbio con mio fratello che ha generato una caduta di stile e un certo imbarazzo dei presenti per proseguire direttamente verso il ben piu' piacevole superamento del colle del Lazzara'. Oltrepassato questo scendiamo verso Pomaretto e la mia bambina che gia' da un po' lamentava un anteriore assai instabile decide di regalarmi un'altro momento di felicita' forandosi e costringendomi alla sostituzione della camera anteriore, cosa che incredibilmente risolviamo in pochi minuti sebbene la stanchezza dopo le 20 ore di guida sia notevole. Dopo un'altra sosta per un ristoro al quale siamo troppo provati per poter dar fondo ai nostri appetiti, proseguiamo per l'ultimo e bellissimo colle dell'Asietta, superiamo dieci volte il Ciaccia (che Dio lo mandi!!!) e raggiungiamo l'appuntamento con il Papa' di Denis che ci aspetta con un termos di caffe' fumante, mentre ci serve' fa' la radiografia alla sua moto. Denis cerca di spiegare che il graffio sul serbatoio è opera del suo stivale e non causa di una caduta e che ad ogni modo sara' sua premura sistemare il tutto ma il padre sembra non ascoltarlo e ho tutta l'impressione che saranno cazzi amari! Mentre sorseggio la corroborante bevanda sul ciglio della strada soppraggiunge nuovamente il Ciaccia: "Ciao!"-...Ma vai in culo cazzoooo!!!! Mi vien voglia di scagliargli addosso tutto il termos a sto' Panzone!
Salutiamo Gino e ci incamminiamo verso la tanto agognata fine, la mia moto è ormai inguidabile, la gomma anteriore è talmente vecchia, secca e "quadrata" che fa' un effetto lamina poco piacevole tirandoti a destra e sinistra tutta la moto ogni qualvolta sposti il peso da una parte o dall'altra...chiedo a mio fratello di provarla per capire se ho le allucinazioni io o se è realta e lui conferma (che la moto è inguidabile!). Ho cosi' l'occasione di provare il "cancello" che ad onor del vero risulta essere una gran moto e con un motore pronto e di tutto rispetto! (Sempre paragonato agli standar dell'epoca...) 
Dopo 24 ore finalmente il colle dell'Asietta, gli ultimi km hanno il sapore della vittoria, scendiamo lentamente verso Sestriere, stremati ma felici, tutti e 4 insieme e con le moto in condizioni migliori delle nostre, raggiungiamo il piazzale Kandahar e la mia famiglia e li ad attenderci, baci, abbracci e tanta emozione. Mentre bacio Bruna e le mie bimbe con la coda dell'occhio vedo arrivare il Ciaccia...un incubo...ma siamo arrivati prima noi ecchecazzo!! (Lui fa' la versione Extreme pero' e gli aspetta ancora un giorno...che culo!!)
Ritiriamo il nostro attestato di partecipazione e nel stringermi la mano gli organizzatori: -"Bravo! Ci vediamo l'hanno prossimo!"- " Si!Si!..Non vedo l'ora!...Col Cazzo che mi beccate di nuovo!"-
Simo e Denis devono ancora tornare fino a casa e non li invidio affatto, io con la scusa della gomma sminchiata posteggio la "Regina" nel garage a Sestriere in compagnia dell' XR e con Papa' ce ne rientriamo comodamente a casa in auto con Bru le Bimbe e mia Mamma per concludere con una bella cenetta tutti insieme, degno finale di questa lunga ed estenuante avventura.






Non ho amato particolarmente questa esperienza motociclistica tra le tante che ho vissuto e non ho compreso il significato del guidar di notte per posti che so' magnifici ma senza vedere nulla...sicuramente ci sono dei motivi legati alla sicurezza (le velocita' rasentano il ridicolo) o alla facilita' di ottenere i permessi...ne ho apprezzato pero' il risultato e lo spirito che si crea nell'affrontarla. 
Mio padre ha come sempre dimostrato una tenacia e una forza di volonta' che gli invidio, quest'anno dopo il brutto incidente che ha subito è tornato in Tunisia e si è gia' preso una bella rivicinta poi non soddisfatto tra pozioni magiche e Doping vari ha portato a termine anche questa durissima prova. Inoltre mi ha dato la possibilita' di condividere del tempo insieme a lui e mio fratello facendo una delle cose che piu' amiamo creando quello spirito di squadra che sicuramente ritroveremo anche nel lavoro...basta non toccare l'argomento Ugo! 
In ultimo ma non meno importante la soddisfazione di vedere la passione che ormai da tempo ha rianimato il nostro amico Denis e della quale credo di essere uno degli artefici, è bellissimo vedere l'entusiasmo l'impegno e i sacrifici che fa' per riuscire a condividere con noi questi fantastici ed indimenticabili momenti, il mio consiglio e' di chiedere a Gino il Transalp anche per il prossimo viaggio in Tunisia...
Non mi resta che ringraziare il Ciaccia, anche se non lo sapra' mai... che mi ha fatto capire che non conta la tecnica, la moto o il fisico per portare a termine una bella avventura...basta la passione! E io credo che lui ne abbia tanta...proprio come noi!

L'Africa ora è li'...nuovamente in garage sotto una coperta, tutta pulita ma piena di acciacchi, il serbatoio ha una nuova chiazza di metallo vivo perfettamente lucidato dal continuo sfregare del mio tutore, sotto il mono una pozza d'olio che trasuda da un corteco, la frizione è sempre la stessa da chissa' quanti anni e per quanti ancora...mi aspetta per la prossima avventura, fedele compagna di sempre...

Mattia